I Millennial e la Gen Z prediligono sempre di più lo smart working nell’era post covid

Il mondo del lavoro è in costante mutamento e si adatta alle nuove esigenze dei lavoratori, come dimostra l’evento della storia recente che più ha impattato sulle nostre vite: la pandemia di Covid-19 nel 2020. Questo evento ha scosso profondamente il mondo del lavoro e ha portato all’adozione di nuove misure, che tutt’oggi sono talmente integrate che risultano difficili da abbandonare.

Lo Smart Working, infatti, è diventato il fenomeno principale del 2020 e dopo averlo provato, moltissimi Millennials e Gen z non vorrebbero più tornare al formato classico di lavoro in ufficio.

I dati che confermano l’espansione di questa nuova modalità di lavoro confermano che i millennials e la Gen Z sono fortemente favorevoli all’adozione definitiva dello smart working, tanto che,

secondo un’indagine di “Marketers”, il 97% degli under 30 non vorrebbe più tornare in ufficio, preferendo il lavoro da remoto.

Deloitte ha condotto uno studio su oltre 23 mila Gen Z e Millennial di tutto il mondo e ha concluso che la necessità di avere un equilibrio tra vita e lavoro, ridurre i costi della vita e prestare attenzione al cambiamento climatico sono sempre più in voga tra queste generazioni.

Attualmente, secondo il campione preso in considerazione, il 67% dei Gen Z e il 63% dei Millennial vorrebbe una maggiore flessibilità sul posto di lavoro. 1

I fattori positivi che caratterizzano lo smart working sono sicuramente il benessere delle persone e un minore livello di stress, per non parlare dei costi ridotti degli spostamenti e del tempo risparmiato rimanendo a casa. Alcuni sostengono che queste condizioni favorevoli possano aumentare la produttività dei lavoratori, considerato che lo smart working apporta un maggiore equilibrio tra vita e lavoro e una maggiore flessibilità.

È ormai stato accertato che le nuove generazioni sono molto più attente e consapevoli rispetto all’equilibrio tra vita e lavoro, l’etica, l’ecologia e l’inclusione, e danno, quanto mai prima d’ora, grandissima importanza a famiglia e amici. Questi ideali vengono rispecchiati anche nel modo di approcciarsi al mondo del lavoro da parte dei Millennials e della Gen Z. Mentre alcuni decenni fa il lavoro d’ufficio era considerato il miglior status sociale raggiungibile, oggi, paradossalmente, non è più così.

Il prototipo di lavoratore ideale delle nuove generazioni è quindi colui che svolge un’attività lavorativa in ambiente più rilassato, possibilmente con più autonomia, e che rispecchia i valori della Gen Z e non necessariamente la gerarchia e l’autorevolezza dei “classici” lavori d’ufficio.

Da questo consegue anche la nascita di nuove tipologie di lavoratori, i cosiddetti “influencer”, un’ampia categoria che comprende content creators, travel vlogger, gamers e molti altri. Questo nuovo format di lavoro rispecchia a pieno gli ideali delle nuove generazioni, che essendo digital native hanno competenze in campo tecnologico nettamente superiori e sanno come sfruttarle per trarne un compenso economico. 2

Tuttavia, uno studio condotto da McKinsey sostiene che il lavoro da remoto non sia esclusivamente positivo per tutti i tipi di organizzazioni. Alcune aziende che non hanno saputo adattarsi coerentemente a questo nuovo modello di lavoro hanno creato nei lavoratori maggiore frustrazione e aumentato notevolmente i livelli di stress, dovuti principalmente alla scarsa organizzazione e alla cattiva comunicazione tra le parti.

Un altro elemento a sfavore dello smart working è la mancanza, spesso totale, di contatto con gli altri lavoratori che porterebbe ad un isolamento e a minor opportunità di relazionarsi con i propri colleghi.

Considerati i numerosi aspetti positivi e quelli negativi, molte aziende, sia in Italia che all’estero, stanno adottando misure ibride, che alternano giorni di lavoro in presenza e giorni da remoto. Alcune Big Tech americane, come Microsoft e IBM, adottano tuttora modalità ibride, mentre altri hanno deciso che tutti i dipendenti torneranno in ufficio al fine di migliorare la comunicazione interna e favorire la formazione di rapporti interpersonali tra colleghi. 1

Vista la rapida mutazione del mondo del lavoro, un altro fenomeno che si è sviluppato negli ultimi anni è la “Workation”, una nuova tendenza che si sta diffondendo tra la generazione Z e i millennial che consiste nel coniugare il lavoro alle vacanze, senza ricorrere a permessi o ferie. Nell’era post pandemica, in cui quasi tutti hanno avuto esperienze con il lavoro da remoto, sono sempre più popolari forme di lavoro da remoto o ibride e c’è chi decide di andare in vacanza dall’altra parte del mondo e lavorare allo stesso tempo.

Questa forma di lavoro è relativamente nuova e le aziende che la adottano devono considerare alcune implicazioni organizzative e legali che potrebbero renderla difficoltosa. 2

In conclusione, l’adozione dello smart working durante la pandemia è stata la scintilla che ha portato a un mutamento profondo nella visione del lavoro da parte delle nuove generazioni, tanto che quello che sembrava una modalità di lavoro passeggera, dettata da esigenze di entità superiore, si è rivelata un obiettivo da ottenere in futuro per molti lavoratori. Ecco perché le aziende dovrebbero considerare le nuove necessità e adattarsi per creare un ambiente lavorativo in linea con le aspettative dei lavoratori e usufruire dei vantaggi che le modalità di lavoro da remoto o ibride portano anche alle aziende.

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